Come essere felice? Te lo racconto qui

Una delle cose a cui aspira da sempre l’essere umano è la felicità. Anzi, i grandi filosofi usano il termine “anelare” che fa più figo e indica una sofferenza anche fisica nel tentativo di raggiungere l’obiettivo. E qui casca l’asino.  Perché tutti ci concentriamo sul dopo, su quello dobbiamo ottenere e non sul presente, sul qui e ora, e così ci perdiamo il viaggio.  Ve bene, detto così sembra un attimo sconnesso, facciamo un passo per volta. Tutti vogliamo essere felici e quindi aspiriamo al raggiungimento di quel momento in cui lo saremo. Così facendo però ci stiamo perdendo una parte importante, una componente di quella felicità, il percorso verso il suo raggiungimento. Il concetto sembra un po’ complicato ma è molto più semplice di quanto credi.  Ti dico subito che non esiste una ricetta per essere felici che infili gli ingredienti nel Bimby e ti sputa fuori la pappa pronta, la mangi e sei felice. Purtroppo non funziona così. Però ti posso raccontare il mio personale percorso alla ricerca della felicità che mi ha portato a capire tante cose che probabilmente torneranno utili anche a te. Ti stai chiedendo se alla fine di questo percorso ho trovato la felicità, tu che dici?

Perché non ero felice se potevo esserlo

Prima di arrivare alla felicità, per capire tutto il percorso, è meglio definire la condizione opposta, e non l’infelicità in questo caso, ma una condizione di non felicità. C’è differenza, perché tra essere infelici e non essere felici le cose cambiano. L’infelicità implica per forza un grande stato di sofferenza, o comunque una sofferenza, mentre la non felicità è semplicemente il non essere qualcosa (felici), quindi essere qualcos’altro da ciò che si cerca di essere, non per forza si vive in accezione negativa. Questo concetto potrebbe sembrare un po’ filosofico, in realtà è facile: non essere felici è meno peggio che essere infelici, quindi partendo da questa condizione si può raggiungere più facilmente una condizione di felicità.

Perché ti ho fatto questo pippone? perché così hai più chiaro come mi sentivo io. Non ero infelice. Cavolo, una bellissima famiglia, comunque un buon lavoro, una casa, insomma Davide di che ti lamenti? Appunto, in teoria non potevo lamentarmi. Ero però in una condizione di non felicità. Facevo sempre le stesse cose.  Ogni mattina mi alzavo per andare al lavoro, facevo un po’ di sport, coltivavo qualche piccola passione, ma niente di più, alla fine una vita così non dico che è piatta, però ci si avvicina. E gli hobby, piano piano, iniziano a prendersi sempre più spazio. Quella mia passione per il web sgomitava tra gli altri impegni e mi faceva sentire bene. Ecco, l’ho detto. Sentirsi bene con se stessi è un passo verso la felicità. Che poi la felicità, va bene, non stiamo qui a darne una definizione che altrimenti andiamo a finire in altri discorsi filosofici, non me ne frega niente di definire un qualcosa che si vive e che si sente e che per molti aspetti è soggettivo. Le etichette lasciamole alla marmellata.

Se hai paura puoi essere felice

felicita-02E allora com’è andata, ti starai chiedendo. Certo, non è successo tutto in due giorni. Se si vuole cambiare si deve mettere in conto un po’ do tempo per fare il proprio percorso.  Nel mio caso quindi sono partito da una condizione che non era di infelicità, ma che comunque mi impediva di godere delle cose che mi stavano attorno, perché poi alla fine la felicità non dipende tanto da quello che si ha e che si ottiene. Ci sono tantissime persone che riescono a realizzare tutto ciò che desiderano e continuano a non essere felici. Persone ricche, di successo, ma che non sono davvero felici. Perché? Perché il problema sta in loro stessi. E così io ero il mio problema. Tutto quello che avevo non era sufficiente, o meglio, non era quello che davvero volevo.  C’era qualche nota stonata in quella bellissima melodia che era la mia vita in quel momento. Poi mi sono fermato, ho pensato tanto e ho fatto delle scelte.

Paura? Sì, tanta, come non averne. Il nuovo, l’ignoto, fa sempre paura, ma se la superi allora la felicità la trovi, e la trovi non fosse altro perché hai superato un limite, cosa che ci rende fieri e consapevoli delle nostra capacità. E così ho superato la paura di affrontare una vita per certi versi più precaria, ma che se avessi azzeccato la combinazione mi avrebbe dato tante soddisfazioni.  Se mi chiedei adesso se sono felice ti rispondo senza nemmeno pensarci: sì. Ma posso essere ancora più felice. Ed è questo l’atteggiamento che tutti dovremmo avere, e che dovresti aver anche tu, ma aspetta un momento. Non ti sto dicendo che tutte le mattine mi sveglio con un sorriso stampato, pure io ho le mie giornate no, qualche malumore, sono umano! Viviamo di emozioni e se fossero sempre le stesse sai che palle!

Non ci sono trucchi o effetti speciali

Per essere felici non ci sono segreti, trucchetti magici o effetti speciali da utilizzare per colorare la vita di rosa. Niente di tutto questo. C’è l’impegno, la voglia di cambiare mentalità, riuscire a capire che devi pensare al presente, non sempre al futuro. Tu sei qui e ora, e la felicità dipende da come ti poni con ciò che ti circonda. Se trovi il tuo benessere, trovi la felicità, è matematico. Dura per sempre? Ovviamente no. Va e viene, è come un flusso di emozioni, dipende anche in questo caso da te. Devi riuscire a concentrarti più sul viaggio che sull’obiettivo, perché quando lo avrai raggiunto la sensazione di felicità durerà quanto deve durare e poi dovrai fare qualcos’altro che ti renderà ancora più felice.  Certo, non sarà la felicità di Romina e Albano, a meno che pure a te non renda felice mangiare un panino, ma per me la felicità di frasi fatte non ha senso.

La felicità raggiunta è volatile e io mi impegno tutti i giorni per mantenere questa condizione, e questo mi fa stare bene. Iniziare sempre nuovi percorsi mi fa stare bene e mi rende felice. La felicità è uno stato mentale che si ha facendo cose che non si è mai fatto e imparando a farle.

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