Come migliorare il proprio personal branding

Migliorare il proprio personal branding

Mettersi in proprio come freelance non significa solamente essere il titolare di se stessi, con la possibilità di organizzare il proprio lavoro secondo le proprie attitudini e necessità, significa soprattutto fare di se stessi un brand, ovvero diventare un marchio. E come sappiamo ogni marchio va promosso evidenziandone le caratteristiche e le peculiarità che lo rendono unico, il tutto trasmettendo fiducia ed autorevolezza. Se vogliamo fare di noi stessi un marchio, allora è giunto il momento familiarizzare con il concetto di personal branding.

Il personal branding riguarda tutta una serie di strategie volte a promuove se stessi, le proprie skills ed il proprio background professionale. Possiamo pensare al personal branding come ad un marketing personale.

Qui di seguito vedremo alcune strategie per migliorare il proprio personal branding.

Crea un blog aziendale

Avviare un blog aziendale è ciò che di meglio potete fare per dare corpo al vostro personal branding. Creare un blog significa dare credibilità alle vostre competenze, dare risposte al vostro pubblico target, arricchire il vostro sito rispetto ai soliti contenuti scritti in “corporatese”. Potrete fidelizzare il cliente, migliorare il vostro posizionamento sui motori di ricerca, trovare nuovi clienti attraverso una strategia di content marketing che dimostri come i vostri prodotti / servizi risolvano i problemi di quella tipologia di utente. Se non sapete da dove iniziare vi consiglio la guida “Come creare un blog con WordPress”. WordPress è un sistema di gestione contenuti molto intuitivo che consentirà anche a coloro che hanno conoscenze informatiche limitate di avviare un blog in modo semplice ma professionale.

Cura la tua presenza social

Se ti metti in proprio ti consiglio di operare un approfondito piano di revisione dei tuoi profili social. Questo significa passare in rassegna Facebook, Twitter, Linkedin o Instagram e verificare come le persone dall’esterno ti percepiscono. Questi significa molte cose.

  • Hai un’immagine profilo adeguata?
  • Pubblichi o hai pubblicato contenuti che potrebbero urtare la sensibilità di qualcuno?
  • Hai definito le impostazioni sulla privacy in modo da specificare “chi può vedere cosa”?

Revisionare i propri profili social non significa, costruirti un’identità online che non corrisponde alla realtà, ma indica piuttosto l’eliminazione di tutto ciò che potrebbe essere controproducente a livello lavorativo o come minimo poco appropriato.

Compila attentamente il tuo profilo Linkedin

Linkedin può essere lo strumento principe della tua brand reputation se non hai modo di investire su un sito web aziendale. Ti consiglio di compilare il tuo profilo con la massima attenzione un po’ come faresti con un curriculum vitae, includendo tutte le tue skills e le tue esperienze lavorative. Non dimenticare che su Linkedin riveste una certa importanza il summary del tuo profilo, che funge un po’ da lettera di presentazione. Fai in modo che il tuo summary sia incisivo e convincente, fornendo una panoramica concisa ma efficace di ciò che rappresentate.

Costruisci la tua web reputation

Sebbene un curriculum o sito web personale siano il primo passo per far conoscere le proprie competenze ed il proprio livello di esperienza, non c’è niente di meglio di una recensione per confermare il proprio livello di preparazione. Viviamo in un mondo in cui non scegliamo un ristorante senza andare prima a consultare le recensioni su Tripadvisor e molti dei nostri potenziali clienti potrebbero utilizzare la stessa filosofia prima di ingaggiare un professionista, qualsiasi sia il suo settore. Ad oggi il modo migliore per raccogliere recensioni è attraverso la propria scheda Google My Business. Queste recensioni non solo migliorano la nostra reputazione online, ma aiutano il nostro sito web ad ottenere un miglior posizionamento locale. È inoltre possibile chiedere recensioni su Linkedin, che in questo caso si chiamano raccomandazioni, su Pagine Gialle, o su Tripadvisor nel caso del turismo e della ristorazione.

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